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CIVITELLA IN VALDICHIANA, GARGONZA
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Lasciando la città, e percorrendo il versante occidentale della valle, si raggiunge Civitella in Valdichiana che, già sede longobarda, dal Mille fu feudo dei vescovi di Arezzo, arrivando al momento di massimo sviluppo nel secondo decennio del Trecento, dopodiché, nel 1345, entrò sotto il dominio della Repubblica fiorentina Il borgo conserva, a testimonianza del suo passato, la porta senese, i resti del duecentesco castello e il Palazzo del Podestà che presenta ristrutturazioni quattrocentesche. All’interno della cinta di mura si trova anche la Chiesa di Santa Maria che, pur risalendo all’xi secolo, è stata più volte ricostruita; all’interno vi è una Crocifissione e Santi, tavola compiuta, nel 1602, dal pittore aretino Teofilo Torri che fu allievo di Giorgio Vasari. Nei pressi del borgo si segnala l’Oratorio della Madonna di Mercatale, di semplici ma suggestive forme, che fu realizzato, intorno al 1630, quale ringraziamento alla Vergine da parte degli abitanti di Civitella scampati alla peste.
Dal paese ci si può dirigere alla volta di Gargonza. Il borgo ai primi del Duecento era possesso degli Ubertini e al tempo del loro dominio, nel 1302, la tradizione vuole che, ad una riunione fra ghibellini e alcuni guelfi banditi da Firenze, vi si trovasse anche Dante Alighieri. Nel 1381 gli Ubertini vendettero Gargonza ai senesi, dai quali, nel 1384, fu ceduta alla Repubblica fiorentina. Acquistato nel 1546 dai Loteringhi della Stufa nel Settecento il borgo fu venduto ai marchesi Corsi dai quali passò, per via ereditaria ai Guicciardini che ne sono tuttora i proprietari. Quale testimonianza di struttura fortificata Gargonza conserva la torre e i resti delle sue antiche mura su cui si apre una porta duecentesca. Di fondazione medievale (xii secolo) è anche la chiesa dei Santi Tiburzio e Susanna sul cui portale è collocata una terracotta con Madonna col Bambino e angeli di ambito rosselliniano e, all’interno, si custodisce un affresco con la Madonna fra i Santi Antonio abate e Bernardo datato 1483.
Ritornando sulla strada statale si può raggiunge il Santuario della Madonna delle Vertighe (patrona dell’autostrada del sole) originato da un miracolo mariano: una cappellina fu portata in volo dagli angeli da Asciano e qui adagiata verso il 1100. Intorno a questo sacello nel Cinquecento venne edificato il santuario che fu restauro nel 1943. L’esterno presenta una semplice facciata a capanna preceduta da un porticato su pilastri esagonali; il campanile è costituito da una torre medievale con un coronamento rinascimentale attribuito ad Andrea Sansovino. L’interno a tre navate, spartite da colonne con capitelli ionici, conserva pregevoli opere d’arte. Nella navata sinistra si trovano: un affresco con la Natività della Vergine firmato e datato 1627 dal pittore aretino Bernardino Santini; un dittico su tavola di Ridolfo del Ghirlandaio con San Savino e San Romualdo del 1520. L’abside custodisce il preziosissimo trittico ligneo che raffigura, nello scomparto centrale, la Madonna delle Vertighe e quattro storie mariane e, nei due sportelli laterali, tre Santi e tre Sante, quest’opera realizzata di Margarito e Ristoro d’Arezzo è firmata e datata (1274 o 1283). La piccola abside romanica risalente ai secoli xi e xii è quella che, stando appunto alla tradizione, sarebbe giunta miracolosamente sul colle delle Vertighe da Asciano. Nella navata centrale si può ammirare un Crocifisso, su tavola sagomata, dipinto da Lorenzo Monaco fra il 1415 ed il 1420. Lungo la navata sinistra si trova l’Assunzione della Vergine affresco eseguito da Orazio Porta nel 1590.

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