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CHIUSI DELLA VERNA, CHITIGNANO
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Da Bibbiena, dirigendoci alla volta del santuario francescano della Verna, possiamo godere di una delle più grandi ricchezze del Casentino: le foreste Per conservare questo straordinario ambiente naturalistico il 12 luglio 1993 è stato istituito il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona, Campigna la cui superficie, di circa 36.000 ettari, si estende all’incirca da nord di Chiusi della Verna all’Emilia-Romagna. Nel silenzio e nella pace della foresta si raggiunge La Verna, il luogo famoso non solo per le sue bellezze naturalistiche ed artistiche ma soprattutto quale meta di pellegrinaggi legati al culto di San Francesco. Nel 1213, infatti, il conte Orlando Cattani di Chiusi della Verna, donò al poverello di Assisi questa parte di montagna; sebbene, nel 1214, quando per la prima volta il Santo giunse in questo luogo con i suoi compagni, non vi si trovassero costruzioni (se non le capanne di legno e foglie dove Francesco e i suoi accoliti si riparavano), già fra il 1216 ed il 1218 venne edificata la chiesetta di Santa Maria degli Angeli. L’attuale edificio, preceduto da un portico, è frutto di successivi rifacimenti che si sono resi necessari – come in altri corpi di fabbrica del complesso conventuale – soprattutto a motivo dei rigori del clima durante i mesi invernali. L’interno dell’edificio, a navata unica, conserva pregevoli terrecotte invetriate della bottega dei Della Robbia che rappresentano, le due poste sul tramezzo, la Natività e la Deposizione dalla Croce, mentre quella sull’altare, che è di mano di Andrea della Robbia, l’Assunzione della Madonna in cielo ed è databile al 1490 circa. Da questo sacello – di fronte al quale è il primitivo accesso al complesso conventuale con l’antica strada della Beccia – si raggiunge la Basilica, dedicata alla Madonna Assunta, che venne costruita, a partire dal 1348, per volontà dei conti Tarlati di Pietramala e che fu conclusa solo nel 1509 con l’intervento dell’Arte della Lana di Firenze. L’interno della chiesa, a navata unica con quattro campate con volte a crociera, è ricco di opere d’arte e di reliquie che ricordano momenti della presenza di San Francesco sul sacro monte della Verna. Innanzitutto sono da segnalare i due tabernacoli in forma di baldacchino: quello di sinistra, costruito nel 1479, dedicato alla Natività con la terracotta invetriata di Andrea della Robbia, il celebre plasticatore a cui si deve anche l’Annunciazione che decora l’altro piccolo tempietto eseguito nel 1476. Nella chiesa si trovano di mano del medesimo artista fiorentino, sul primo altare di destra la Madonna del Rifugio databile agli anni 1515-1520, nella cui esecuzione si riscontra la presenza di aiuti della bottega di Andrea, mentre del solo maestro è l’Ascensione che rimonta al 1490 e che decora l’omonima cappella. I più importanti ricordi che testimoniano del legame del Santo di Assisi con questo luogo sono conservati nella Cappella delle Reliquie: la tovaglia, la ciotola, e il bicchiere preparati per lui dal conte Orlando Cattani, poi la reliquia del sangue ed infine, in una teca climatizzata, è deposto il saio di Francesco. Dall’esterno della Basilica si può procedere lungo il corridoio delle Stimmate decorato con affreschi raffiguranti Episodi della vita del Santo e realizzati, per la maggior parte, dal pittore fiorentino Baccio Maria Bacci fra il 1929 ed il 1963. Sul corridoio si affacciano alcuni ambienti molto suggestivi, fra i quali: la grotta dove si conserva il cosiddetto “letto di San Francesco” e, più oltre, passato l’accesso al romitorio, altri sacelli ma, soprattutto, la cappella delle Stimmate che venne costruita nel 1263 per cura del conte Simone da Battifolle sul luogo in cui San Francesco ricevette sul proprio corpo, attraverso un serafino, i segni del sacrificio di Cristo; a testimonianza dell’evento sull’altare vi è una terrecotta invetriata, sempre di Andrea della Robbia e realizzata nel 1481 raffigurante la Crocifissione. Particolarmente numerosi sono i luoghi che testimoniano non solo della presenza del Santo e dei suoi confratelli, ma anche della sollecitudine con cui, nel tempo, si sono conservate le testimonianze artistiche dovute alla generosità dei devoti, infatti oltre ad ambienti quali la sacrestia, la vecchia foresteria, i chiostri, nel Museo della Verna sono esposti sia alcune tavole di grande pregio provenienti pure da altre fondazioni francescane (fra le altre un’Annunciazione di Guillaume de Marcillat) ed un magnifico Crocifisso tardoquattrocentesco, ma soprattutto preziosi parati, oggetti cultuali ed altre testimonianze della vita della comunità francescana nel corso dei secoli. In prossimità del Museo si trova la Cappella dell’Adorazione dove sono stati ricoverati alcuni affreschi staccati che vennero realizzati, intorno al 1499, nella Cappella del Beato Giovanni, da Domenico Pecori, allievo del pittore ed architetto Bartolomeo della Gatta il quale, dopo il passaggio di Piero della Francesca, fu il più importante artista attivo ad Arezzo nella seconda metà del Quattrocento.

CHITIGNANO
Chitignano risiede sul fianco occidentale dell'Alpe di Catenaia.
Ubicato in posizione baricentrica all' interno della valle, lungo la riva sinistra dell'Arno, ad una quota
inferiore rispetto all'abitato moderno, si trova il castello di Chitignano che da sempre ha rivestito un
ruolo di primo piano nell'assetto fortificato casentinese. Il castello, un tempo residenza dei conti
Ubertini, è documentato dal X secolo: da un privilegio del 967 di Ottone 1 si apprende che l'antico
Clotinianum faceva parte del feudo di Chiusi nell'Appennino della Verna. Di proprietà dei Conti di
Chiusi, nel 1261 sedimento dei vescovi di Arezzo appartenenti alla famiglia Ubertini; passato ai
Tarlati nel 1325, tornò agli Ubertini a cui restò fino al 1779, anno in cui fu soppressa la contea di
Chitignano. Quindi per quasi quattro secoli l'intera zona, di rilevante importanza strategica, rimase ininterottamente sotto il dominio della potente casata che lo possedeva. Ciò ha permesso il quasi
completo mantenimento di questa fortificazione che rivela, nelle sue strutture, le stratificazioni
succedutesi nell'arco di quattro secoli.
Chitignano e conosciuta sue sorgenti d'acqua minerale di natura ferruginosa sulfurea: note fin dall'
l'antichità, le loro qualità furono descritte nella prima metà del Seicento dal conte Pier Francesco
Ubertini.

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