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PRATOMAGNO, PONTE A BURIANO, CASTIGLION FIBOCCHI

Un interessante itinerario da seguire è quello attraverso il Pratomagno la zona montuosa che si pone fra Firenze ed Arezzo, fra il Valdarno ed il Casentino La scoperta di questa amena porzione del territorio della provincia aretina ci consente di procedere lungo il percorso della “STRADA DEI SETTE PONTI” famosa per le numerose e antichissime pievi (Pelago, Pitiana, Cascia, Scò, Gropina e San Giustino) che s’incontrano sul suo percorso che congiungeva appunto Firenze con Arezzo e quindi con Roma.

Il nome di questa “Strada” (che in parte ripercorre il tracciato della Cassia vetus), antico di oltre mille anni, ha un’origine non ancora completamente appurata: da un lato lo si motiva con la presenza degli attraversamenti dei corsi d’acqua (che però sono certo più numerosi di sette), dall’altro lo si lega al valore simbolico e rituale del numero sette che congiungerebbe le divinità pagane, un tempo venerate in questi luoghi, ai santi cristiani a cui sono dedicati i numerosi edifici religiosi che si trovano sul percorso.

Ci introduce alla scoperta del Pratomagno il PONTE A BURIANO la cui costruzione, secondo le fonti antiche, risalirebbe al 1277, ma che, probabilmente, sorse sul luogo di un precedente attraversamento dell’Arno, forse di epoca etrusca ma, per certo, di età romana secondo quanto farebbe prospettare la presenza di un’arteria di transito di grande rilevanza quale la già ricordata Cassia Vetus. La rappresentazione dei calanchi del Valdarno, del fiume e del Ponte a Buriano, è stata riconosciuta, da alcuni studiosi, nello sfondo paesistico della Gioconda di Leonardo da Vinci, conservata al Museo del Louvre a Parigi.

Proseguendo verso nord-est, e transitando nella RISERVA NATURALE PONTE BURIANO-PENNA, seguendo sempre in parte il tracciato dell’antica arteria dei “SETTE PONTI” raggiungiamo CASTIGLION FIBOCCHI. Castello di antica origine, nel XII secolo fu ceduto in feudo dai conti Guidi ai Pazzi, mentre come Arezzo, divenne, a partire dal 1384, possesso della Repubblica fiorentina. Nel borgo, in posizione sopraelevata e caratterizzato da stretti vicoli, si trovano testimonianze della cinta muraria su cui si apre la PORTA FREDDA che risale al XII secolo, all’interno della quale si ergono il PALAZZO COMUNALE, ampliato nel 1863, e la CHIESA DEI SANTI PIETRO ED ILARIO in cui si conserva una Madonna col Bambino in trono fra due Santi (perduti ma, probabilmente, un santo vescovo e San Michele arcangelo) opera, del primo decennio del Cinquecento, del pittore Angelo di Lorentino, figlio di Lorentino d’Andrea il più noto e prolifico dei collaboratori di Piero della Francesca al ciclo della Vera Croce in San Francesco di Arezzo.

Da questa località si può raggiungere San Giustino Valdarno e, sempre seguendo la “STRADA DEI SETTE PONTI”, si prosegue in direzione della pieve di San Pietro a Gropina, che poco dista dall’asse viario e a cui si accede da una ripida salita. L’edificio, una delle più antiche pievi in territorio aretino, fu eretto intorno al Mille; all’esterno, dove sono evidenti i segni di interventi successivi, la facciata, in conci di pietra, è caratterizzata da due monofore e una bifora con lo stemma di papa Leone X e la data 1522, mentre a lato s’innalza l’imponente torre campanaria risalente al 1233. L’interno è a tre navate che si impostano su colonne, con capitelli istoriati di grande pregio, su una delle quali poggia l’ambone. Da questo importante edificio di culto si prosegue in direzione di LORO CIUFFENNA.

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